9. Venezia nel 1866

Il 1866 fu un anno cruciale nella storia di Venezia: si chiudeva il periodo della lunga dominazione austriaca e la città entrava a far parte del Regno di Italia.

Già dai primi mesi dell'anno crescevano le aspettative dei patrioti veneziani per il nuovo clima politico europeo, come documentano una serie di pubblicazioni che, sotto un’apparenza innocua (la censura austriaca rimaneva sempre rigorosa), alludevano alla prossima unificazione col Regno d’Italia.

Dopo l’armistizio di Cormons del 12 agosto e la pace siglata nel trattato di Vienna del 3 ottobre, esplodeva la gioia popolare per l'imminente liberazione, che era sembrata compromessa dopo le pesanti sconfitte italiane a Lissa e a Custoza.

Finalmente libera da censura, la stampa veneziana si scatenava e inondava la città di una serie di pubblicazioni che affrontavano e dibattevano i temi più caldi del momento: dai danni economici e morali recati alla città dal lungo dominio austriaco all'abbandono dell’attività portuale e del commercio marittimo in favore di Trieste, con la conseguente crisi economica e occupazionale; dalla stagnazione dello sviluppo industriale per mancanza di iniziative di sostegno pubblico e di infrastrutture adeguate alla soffocante burocrazia.

Venivano denunciate le depredazioni austriache di importanti parti del patrimonio veneziano (quadri, documenti d’archivio, manoscritti), illustrate dettagliatamente dal console svizzero Victor Ceresole e da altri intellettuali veneziani, nella speranza di una rapida e completa attuazione delle clausole del trattato di Vienna, che prevedeva la restituzione delle opere d’arte e dei documenti trafugati.

A riunificazione avvenuta, l'entusiasmo per il futuro si manifestava in una notevole produzione di progetti e proposte presentati alla nuova amministrazione italiana per il rilancio in grande stile della città attraverso la promozione del commercio marittimo, il contenimento dei dazi, la riattivazione dell’Arsenale, lo sviluppo della rete ferroviaria.

Per celebrare l’avvenuta riunificazione si prospettava a Vittorio Emanuele la costruzione di grandi opere, tra cui nuovi ponti sul Canal Grande di grande impatto visivo, opere mai realizzate ma che testimoniano il fervore intellettuale del momento.

Una menzione a parte merita l’entusiasmo che si coagulò attorno alla fase plebiscitaria e alla venuta di Vittorio Emanuele, eventi che fecero da valvola di sfogo alle tensioni accumulate nei lunghi anni di occupazione straniera.

L’euforia che si diffondeva in città è testimoniata da moltissime composizioni celebrative (cori popolari, canzoni, poemetti) che compensavano l'esiguità del livello poetico con l'esibizione di una vibrante passione civica.

Un aspetto Interessante della pubblicistica di quell'anno riguarda la diffusione di opuscoli di informazione sulle modalità tecniche della votazione per il plebiscito al fine di istruire i cittadini sulla prima votazione a suffragio universale maschile.

Materiali

  • Cittadini! Nel giorno in cui sparisce l’ultima traccia di dominazione straniera e si eleva da tutte le parti il grido dell’esultanza, noi, già eletti dal Comunale Consiglio, Venezia lì 19 ottobre 1866. Collocazione: Misc.D.1067

    Storico manifesto con cui la nuova Giunta Comunale, seguendo l’invito del Gen. Genova Thaon di Revel, commissario del re, subentra temporaneamente agli assessori della vecchia Giunta che si erano ritirati alla fine del dominio austriaco, evitando, così, un vuoto di potere. Chiude il testo l’invocazione : Viva il Re! Viva l’Italia una!

  • Andrea Bressan, L' Arsenale di Venezia e la sua importanza per la citta e per lo Stato: Memoria, Venezia, Antonio Clementi tip., 1866. Collocazione: Misc. 3108.2

    La memoria del Bressan, intendente all’Arsenale durante il Governo provvisorio del ’49, espone la storia e l’importanza dell’istituzione nei secoli e invoca l’intervento di Vittorio Emanuele II per ripristinare l’antica fabbrica nelle sue funzioni. Questo opuscolo è un tipico esempio della rigogliosa pubblicistica politico-civile seguita alla fine della dominazione austriaca.

  • Antonio De Petris, Istruzione popolare sul plebiscito, s.n.t., [Venezia, Cecchini?, 1866] Collocazione: Misc. 3843.6

    Opuscolo uscito anonimo e senza indicazioni di stampa ma già pubblicato come appendice al volumetto dell’avvocato veneziano Antonio De Petris: Il popolo nelle nuove istituzioni libere, edito a Venezia per i tipi di Cecchini nel 1866 e dedicato alla memoria di Daniele Manin.
    Oltre alle “istruzioni” tecniche sulle modalità di votazione, l’opuscolo abbonda di entusiastiche esortazioni patriottiche (Veneti… siamo fatti italiani, indipendenti, ora andiamo a riunirci al Regno d’Italia, etc.).

  • Cesare Revedin, Venezia e il plebiscito. Canto popolare, Venezia, Tipografia del Commercio, 1866. Collocazione: Misc. C.1929

    Cesare Revedin, già autore di alcune commedie (la sua Vespa nera aveva ottenuto un discreto successo in città), ripercorre in queste facili ed entusiastiche quartine i recenti travagli della città: dal trattato di Campoformio alla lunga dominazione austriaca e conclude con un accorato appello per il plebiscito: “Su dunque fratelli all’urna muoviamo… nell’ora solenne concordi votiamo, volere d’Italia è il nostro voler”.

  • Delle depredazioni austriache negli archivi di Venezia. Relazione e documenti, Venezia, Tipografia dello stabilimento Sonzogno, 1866. Collocazione: Misc.B.1600

    L’opuscolo testimonia le proteste organizzate da alcuni cittadini e dalla congregazione municipale nel luglio 1866 contro le asportazioni, operate su mandato del governo austriaco, di parte degli archivi della Serenissima e di alcune opere di pregio della Biblioteca Marciana, L’opera, oltre a denunciare l’episodio e a mettere in risalto i meriti patriottici degli autori della protesta, voleva essere di stimolo al nuovo governo italiano per ottenere la restituzione dei documenti sottratti.

  • Giovanni Antonio Romano, Delle opere principalmente necessarie a far prosperare la Venezia per l'ing. Gio. Antonio Romano, Venezia, Gaspari, 1866. Collocazione: Misc. 3115.11

    L’ingegner Romano, dopo una dura condanna della lunga dominazione austriaca, additata come la causa di gran parte dei mali che affliggono la città: dalla crisi del commercio marittimo ai mancati restauri di San Marco, dalla decadenza dell’Arsenale al degrado della Laguna, passa ad elencare gli interventi essenziali per una rinascita del territorio veneto.
    Il principale fattore di sviluppo viene individuato nella espansione del commercio marittimo, antica vocazione della città. Per il Romano, più volte inquisito per le sue critiche dal governo austriaco, si devono completare subito i raccordi del tracciato ferroviario veneto con quello lombardo-piemontese per far sì che Venezia diventi lo sbocco naturale al mare per tutta la pianura padana. Il potenziamento dell’Arsenale, naturale conseguenza dell’incremento del traffico navale, avrebbe, poi, riportato la piena occupazione in una città ormai esausta per la lunga crisi.

  • 12 cori popolari che vengono cantati dalla compagna dei veneziani pittori e gondolieri [per la venuta a Venezia di Vittorio Emanuele], Venezia, tip. M. Fontana, 1866. Collocazione: Misc. C. 5699

    Cori composti nell’occasione del “Fresco notturno” in Canal Grande offerto il 21 novembre 1866 dalla municipalità a Vittorio Emanuele per la sua venuta a Venezia.
    I componimenti, composti da vari autori minori e musicati tutti da G. Bartolini, nella loro ingenuità esprimono bene l’entusiasmo della città per la riunificazione con il Regno d’Italia da pochi giorni sancita dal Plebiscito.

  • Carlo Zampiceni, La Venezia redenta, versi di Carlo Zampiceni veneziano, Venezia, Antonelli, 1866. Collocazione: Misc. C. 5191

    Componimento di un poco noto poeta veneziano, già autore di una “visione poetica”: Culla di Dante, in occasione delle celebrazioni dantesche del 1865 e poi nel 1870 di altri versi patriottici su Venezia: Vent’anni di prove.
    Il poemetto è un’altra testimonianza del fervore patriottico diffusosi in città per la venuta di Vittorio Emanuele. Nel recto della terza carta compare la epigrafe: nel giorno che Venezia festeggia l’ingresso del suo liberatore suo Re – VII novembre MDCCCLXVI.

  • Miserie di Venezia durante il dominio austriaco e speranze del suo futuro, Venezia, Tipografia del commercio, 1866. Collocazione: Misc. C.17551

    Opuscolo anonimo pubblicato il 14 novembre 1866 che, nella prima parte, elenca i mali della dominazione austriaca riassumibili nell’assunto che la maggioranza degli amministratori eletti in questo periodo avessero operato “limitando la propria azione ad un formalismo burocratico inconcludente”. Riguardo alle proposte per la rinascita della città, descritte nella seconda parte, dimostra di confidare nelle ricette indicate dalle recenti dottrine liberiste: abolizione dei dazi, abbassamento sensibile dei noli per favorire il commercio e la ripresa economica assieme ad una incisiva azione dei deputati locali eletti nel parlamento nazionale.

  • Bartolomeo Foratti, Progetto di un nuovo ponte da erigersi in Venezia sul Canal Grande come patrio monumento in commemorazione della Venezia redenta ed appendice di altre utili proposte pel miglioramento della città in generale, Venezia, Tip. del commercio, 1866. Collocazione: Misc. C.3215; tavola separata collocata in: 288. C. 55.

    Il Foratti, originario della campagna veneta, proprietario terriero, dopo giovanili studi di legge si appassionò all’urbanistica. Eletto all’Assemblea provinciale del ’48-’49, nel 1866 accolse entusiasticamente l’esortazione del Municipio di Venezia che invitava i concittadini ad avanzare proposte per il miglioramento morale e materiale della città.
    Il suo progetto di un ponte neogotico a tre arcate che avrebbe “chiuso” il Canal Grande poco prima dello sbocco in bacino (all’altezza della chiesa di San Moisè) non era sembrato all’epoca e non sembra oggi una primaria necessità per la città.
    Resta comunque la qualità della tavola separata con il disegno del ponte, realizzata dal famoso illustratore Marco Moro, autore delle Gemme architettoniche di Vicenza, e la curiosità che sempre hanno suscitato i progetti per i ponti sul Canal Grande dal Palladio in poi.

  • Victor Cérésole, La verité sur les deprédations austrichiennes a Venise, Padova, Tipografia del Seminario, 1866. Collocazione: Misc. 3766.14

    Apprezzata opera del console svizzero Victor Cérésole, appassionato studioso e amico di Venezia, in cui morì nel 1892, descrive le requisizioni di dipinti, documenti d’archivio e manoscritti operate dal governo austriaco nel luglio del 1866. Il volumetto è diviso in due parti: le spoliazioni all’archivio dei Frari e quelle nell’area marciana (Libreria vecchia, Biblioteca Marciana, Palazzo Reale, Zecca), costituisce la fonte più documentata dell’epoca sulle importanti depredazioni austriache del 1866. Oltre a prelievi di manoscritti e documenti d’archivio, infatti, vi fu la spoliazione quasi completa dei preziosi dipinti della Libreria Vecchia (dove oggi è collocata questa mostra) e di molte altre opere presenti in quegli edifici che, senza soluzione di continuità, si estendono dall’ala napoleonica sino al molo e che venivano allora comunemente chiamati “Palazzo Reale”, avendo ospitato, dopo la caduta della Repubblica, gli appartamenti privati dei sovrani francesi e austriaci. Il testo presenta elenchi dettagliati di tutte le opere asportate con la descrizione e la collocazione di ogni pezzo. Chiaro è l’intento di denuncia del colpo di coda dell’Impero Austriaco e chiara è l’intenzione di fornire dettagliato materiale documentario al governo italiano per esigere la restituzione di tutte le opere trafugate per altro già prevista all’articolo 18° del trattato di Vienna del 3 ottobre 1866 e che avverrà, poi, nel 1868.

  • Gian Jacopo Pezzi, Il gallo. Strenna profetica 1866 , Venezia, Pietro Naratovich, 1865. Collocazione: Strenne 139

    Pur antecedente l’unificazione, l’opera intende alludervi con la gradevole illustrazione del frontespizio, raffigurante un gallo contornato da fregi di color bianco, rosso e verde.
    L’intenzionalità della “profezia” patriottica per il 1866 è confermata dalla personalità del Pezzi, noto giornalista di tendenze liberali e patriottiche.

  • Venezia degli Italiani, strenna pel 1867, Venezia, Tipografia del commercio di Marco Visentini, 1866, fa parte di: Strenna veneziana 6 (1867). Collocazione: Strenne 1163

    Sesto volume del periodico Strenna Veneziana pubblicato dopo la riunificazione, esprime bene lo sfogo di patriottismo della città dopo i lunghi anni del dominio asburgico.
    Patriottismo espresso sia nei testi (brani su Manin, Garibaldi e un gran numero di componimenti patriottici), sia nelle illustrazioni (litocromografia con effigie di Vittorio Emanuele II, allegoria di Venezia che spezza le catene, Vittorio Emanuele II alla battaglia di Palestro, Daniele Manin parte assieme al figlio per l’Arsenale il 22 marzo 1848, Garibaldi brucia le onorificenze per i volontari nel settembre 1866).