Quando la Libreria di San Marco aprì i battenti nel 1560 disponeva solo della donazione del cardinale Bessarione ma già a fine secolo altre giunsero a incrementare il suo patrimonio.
Oltre ai lasciti e alle donazioni, nel 1603 il governo veneto impose agli stampatori l'obbligo di consegna di un esemplare legato in pergamena di ogni libro pubblicato nei territori dello Stato.
Dal 1725 alla Biblioteca furono assegnati dei fondi per l'acquisizione di nuovi libri, fondi che si fecero via via più consistenti nel Settecento, permettendo un vasto aggiornamento bibliografico.
Tra la fine del Settecento e con la dominazione francese nel primo Ottocento la Marciana incrementò le sue raccolte grazie al trasferimento di parte delle biblioteche di alcuni monasteri; vennero anche incamerati codici, stampati e raccolte di documenti giacenti nelle sedi delle magistrature veneziane, tra cui il Consiglio dei Dieci e il Senato.
Dal 1910 un provvedimento dello Stato italiano ripristinava il deposito legale riguardante le opere stampate nella provincia di Venezia, che era stato interrotto nel 1866.
Attualmente la nuova normativa (legge 106/2004 e regolamento DPR 252/2006, e la successiva convenzione con la Regione Veneto del 22.1.2009) individua la Biblioteca Nazionale Marciana come istituto depositario delle pubblicazioni edite nella provincia di Venezia.
La Biblioteca incrementa i suoi fondi sia con acquisizioni di documenti moderni che di antichi, secondo le linee guida della propria politica degli acquisti.
La rilevanza del patrimonio librario
La rilevanza del patrimonio libraio della Marciana è testimoniata dalla ricchezza e dal pregio delle sue collezioni manoscritte e a stampa. La raccolta di manoscritti si caratterizza per i suoi contenuti di tipo letterario, filosofico e patristico e di testimonianza della cultura antica, medievale e umanistico-rinascimentale.
- Nucleo storico è la collezione del cardinale Bessarione, attraverso la quale sono pervenuti i due più illustri codici dell'Iliade, i cosiddetti “Homerus Venetus A” (sec. X) e “Homerus Venetus B” (sec. XI), l'Anthologia Planudea (1299-1301), che rappresenta, assieme all'Anthologia Palatina di Heidelberg, una documentazione preziosa dell'epigrammistica greca.
- Tra i codici conservati dalla Biblioteca, numerose sono le testimonianze della grande arte della miniatura, sia di scuola d'area veneta che d'altra provenienza.
Di area inglese lo Psalterium del XIII sec. con ventiquattro miniature a piena pagina; iberica l'Officium della regina Maria di Navarra, del sec. XIV, fiamminga il celeberrimo Breviarium del primo Cinquecento, che fu del cardinale Domenico Grimani, come il Libro d'ore ad uso di Utrecth, dello stesso periodo, mentre di scuola ottomana le sessantasei miniature che accompagnano il Poema di Alessandro di Ahmedi, del XV secolo.
Di fattura veneziana l'ampia decorazione presente nel Missale romanum eseguito nel XIV ad uso della Basilica di S. Marco, di area veneta-emiliana il codice della Commedia di Dante proveniente da San Giorgio Maggiore (sec. XIV o XVin.).
Di notevole eleganza e ricca decorazione il codice della Historia naturalis di Plinio copiato nel 1481 per Pico della Mirandola e l'Evangelistarium Grimani del 1528 con miniature di Benedetto Bordon e Giulio Clovio. - Tra i codici di argomento scientifico o naturalistico vanno menzionati il Liber de simplicibus che fu proprietà di Benedetto Rinio, opera del medico Nicolò Roccabonella e del pittore Andrea Amadio (sec. XV), il De architectura di Antonio Verulino detto il Filarete (sec. XV), e lo straordinario corpus costituito dalle Tabulae anatomicae di Girolamo Fabrici d'Acquapendente (sec. XVII).
- Tra i numerosi codici di argomento veneto e veneziano, un posto di rilievo spetta ai Diarii di Marin Sanudo nei 58 volumi autografi; si trovano qui conservati i testamenti dei Polo viaggiatori, Marco il vecchio (1280), Maffio (1300), e quello del celebre Marco, autore del Milione (1324).
- La raccolta di carte geografiche comprende l'imponente Mappamondo di fra Mauro, l'Atlante di Andrea Bianco (1436), la matrice lignea del Mappamondo turco-veneziano in forma di cuore (1559). Importante è l'edizione della Veduta di Venezia di Jacopo de Barbari (1500).
- Fra le opere a stampa si segnalano le edizioni di Sweynheym e Pannartz donate dal Bessarione con le sue armi; il primo libro stampato a Venezia da Giovanni da Spira nel 1469, le Epistolae ad familiares di Cicerone, e le successive edizioni di Giovanni e Vindelino, fra cui "l'editio princeps" del Canzoniere e dei Trionfi (1470), del Petrarca, nonché molte delle altre edizioni veneziane del secolo XV, la ricca raccolta di aldine, la collezione di giornali veneziani del Settecento.
- Rilevanti sono anche le raccolte musicali, con vari autografi di Benedetto Marcello e altri compositori veneziani e un'importante raccolta di libretti teatrali.
- Sono da segnalare infine il fondo dell'artista Mariano Fortuny y Madrazo, un corpo di materiali grafici e un fondo fotografico.
- Fra le numerose legature preziose, inestimabili quelle bizantine: una del sec. IX-X in., una del X, tre del XIV.
Il Patrimonio odierno
Il patrimonio odierno della Biblioteca consta di:
- 1.000.000 volumi circa
- 13.117 manoscritti in volume
- 4639 manoscritti non legati
- 2887 incunaboli
- 24.060 cinquecentine
Per saperne di più:
- Biblioteca Marciana, Venezia, a cura di Marino Zorzi, Firenze, Nardini, 1988