3. Amministrazione e vita civile

Alla metà del XIX secolo Venezia visse una situazione sociale ed economica fortemente critica: la limitazione del porto franco, con conseguente crollo del traffico commerciale, lo svilimento dell'Arsenale a vantaggio di Trieste anche per le occorrenze della marina militare, il trasferimento a Verona di molti uffici di direzione amministrativa, l'esodo di migliaia di abitanti, uniti al lascito materiale e morale di distruzione effetto della sconfitta del 1849, lasciavano alla città poche speranze di sviluppo e addirittura, secondo molti contemporanei, di sopravvivenza.

Nel marzo del 1851 venne nuovamente concessa la condizione di porto franco, con conseguente lenta e graduale ripresa delle attività, e dopo il 1850 la situazione si alleggerì anche grazie ad alcuni provvedimenti economici e amministrativi, presi dal potere austriaco soprattutto nel tentativo di rendere meno marcata l'ostilità delle popolazioni a Venezia come nella Terraferma.

Giunse presto la completa riattivazione dei collegamenti ferroviari, e vennero messi in atto alcuni tentativi di promozione e organizzazione turistica volti ad attirare visitatori in particolare dall'estero; le realtà produttive cercarono di risollevarsi con la partecipazione di società e capitali stranieri, e furono progettati importanti interventi sul tessuto urbano e per servizi essenziali come, ad esempio, il rifornimento idrico.

Anche le forze imprenditoriali veneziane furono attive, come nel caso del gruppo impegnatosi a livello regionale per finanziare e promuovere la ricerca, fin quasi alla fine del secolo, di minerali da combustione, o dei capitali impegnati nella costruzione di un opificio tessile dotato di tecnologie avanzate a Cannaregio e, alcuni anni più tardi, del Cotonificio Veneziano di Santa Marta.

Non poche difficoltà ebbero per altro, nello stesso periodo, le industrie del settore alimentare, che annoverava tra le attività di punta quella del Molino Stucky; momenti di incertezza, in altro ambito, incontrarono anche le officine per la lavorazione del vetro a Murano, che presto si sarebbero nuovamente sviluppate con vigore.

La condizione delle classi subalterne rimase ampiamente precaria, a causa dei problemi legati alla disoccupazione, alla diffusa povertà, alle carenze sanitarie, alimentari e residenziali.

 

Materiali

  • Luigi Luciano Gaspari, Il ripristinamento del porto franco di Venezia nell'anno MDCCCLI. Osservazioni, Rovigo, Minelli, 1859. Collocazione: Misc. 3763.16

    Il 10 marzo 1851 il Gaspari, “Direttore d'Ufficio Superiore della Dogana Principale”, argomenta sulla vitale necessità del ripristino della condizione di porto franco per Venezia. La restituzione dello status avrà luogo il 27 dello stesso mese. Il Gaspari aggiunge una succinta Appendice nella quale osserva come anche la prospettata apertura del canale di Suez -che avverrà nel 1869- rende necessario il mantenimento del porto franco alla città.

  • Giovanni Paulovich, Del porto franco di Venezia e dei porti franchi austriaci in generale. Cenni, Venezia, G. Antonelli, 1863. Collocazione: Misc. C 4226

    Nell'opuscolo il Paulovich, “Consigliere imperiale e Presidente della Camera di Commercio ed Industria della Provincia di Venezia”, confuta le tesi espresse contro i porti franchi e il “libero scambio” da Jacob Christoph Rad nello scritto intitolato Sono i Porti-franchi in Austria relativi ai tempi presenti?, dando particolare risalto alla funzione di sviluppo svolta dal porto di Venezia per il suo territorio e per tutto l'impero.

  • Nuova guida commerciale della città di Venezia pel 1857. Anno primo, Venezia, Tipografia municipale di Gaetano Longo, 1857
    [legata insieme: Nuova guida commerciale della città di Venezia pel 1858. Anno secondo, Venezia, Tipografia municipale di Gaetano Longo, 1858].Collocazione: Per. 930

    La guida è introdotta da una sommaria storia del commercio veneziano dalle origini e da una nutrita serie di repertori di regolamenti, leggi, normative, tariffe “per chiunque voglia intraprendere... uno o più esercizi di commercio od industria”. Seguono elenchi e prospetti riguardanti le istituzioni economiche, politiche, culturali e militari e, infine, le liste anagrafiche delle imprese e dei professionisti operanti in città.
    A p. 75, nel capitolo intitolato Organizzazione dell'Istruzione pubblica, l'organico della Biblioteca di San Marco nel 1858.

  • [Pietro Pisanello, Giovanni Zanon, Michele Treves], Relazione intorno agli esperimenti eseguiti nel mese di gennaio 1859 dalla Giunta municipale di sorveglianza all'illuminazione a gas sui gas di torba preparati dalla Compagnia anonima lomb.-veneta per la carbonizzazione dei fossili terziari, fabbricazione e vendita di gas illuminante ec. ec., Venezia, Naratovich, 1859.Collocazione: Misc. C 12316

    Vengono qui presentati i risultati dell'indagine svolta nel quadro della progressiva sostituzione dei fanali a olio con lampioni a gas stabilita nel 1839, iniziata alcuni anni dopo e portata avanti dalla società lionese De Frigière, Cottin et Montgolfier-Bodin, non senza rimostranze da parte della popolazione a causa dell'odore sgradevole emanato e della qualità della luce prodotta.

  • - Nicolò Federico Erizzo, Cenni storico-statistici intorno alla nuova Salina di S. Felice in Venezia fondata dal cav. Carlo Astruc, Venezia, co' tipi della Gazzetta uffiziale, 1854;
    - Federico Federigo, Delle antiche e delle nuove saline veneziane. Cenni storico-tecnologici, Venezia, Giuseppe Antonelli, 1854;
    - Giovanni Tomasoni, Della Salina di S. Felice nelle lagune di Venezia. Indicazioni, Milano, presso la Società degli editori degli Annali universali delle scienze e dell'industria, 1854;
    - Estratto dagli Atti della distribuzione dei premj di agricoltura ed industria fatta dall'I. R. Istituto Veneto nell'anno 1854, [Venezia, Naratovich, 1854];
    - Plan général de la Concession et situation relative de la Saline dans la Lagune de Venise e Plan de la Saline de Venise, s.n.t.

    Collocazione: 148 D 94

    - Plan général de la Concession et situation relative de la Saline dans la Lagune de Venise e Plan de la Saline de Venise ; Bâtiments de la saline de Venise, s.n.t. (due carte; sul margine alto della seconda, a destra, si legge manoscritto: Offert à l'I. & R. Bibliothèque de St. Marc Par M. C. Astruc, fondateur de la Saline de Venise. Venise 30 Janvier 1854.). Collocazione: 167 D 50
    -Plan de la Saline S. Felice fondée par M. Le Baron S. M. de Rothschild et Charles Astruc dans la Lagune de Venise, Venise, Lith. Ripamonti Carpano, [185?]. Collocazione: 167 D 51

    La storia e la fortuna di Venezia furono intimamente legate all'estrazione e alla commercializzazione del sale. Anche dopo la caduta continuò la produzione e nel 1844 l'isola chiamata Motta di San Felice, situata nella cosiddetta Palude Maggiore, fra le isole di Torcello e Burano e il litorale di Treporti, venne individuata come sede di una nuova salina. Promotore dell'iniziativa fu l'esperto imprenditore francese Charles Astruc, che chiese la concessione del fondo nel 1842. I lavori di allestimento terminarono nel 1857, e l'impianto rimase in funzione fino al 1913. Accompagnano i testi piante a colori della zona di laguna interessata e delle costruzioni adibite a uffici, magazzini e alloggi edificate sull'isola.

  • Sul coléra di Venezia nell'anno 1855. Cenni della Giunta centrale di sanità, Venezia, Gaetano Longo, 1856. Collocazione: Misc. C 4091

    Venezia, pur favorita per posizione e clima, rispetto ad altre città, nell'affrontare l'insorgere di infezioni, è stata colpita varie volte dal colera. L'ultima epidemia, tra il 1854 e il 1855, viene qui descritta e analizzata. Un'accurata serie di prospetti analitici, nella seconda parte, fornisce interessanti informazioni sulle condizioni meteorologiche e, divise per sestieri, parrocchie e luoghi di cura, sulla diffusione del contagio in città, sull'età, le professioni e le condizioni sociali dei malati e dei deceduti.
    Nel prospetto gli individui colpiti da coléra guariti e morti nei sestieri di Venezia nel 1855.

  • Mosè Giuseppe Levi, Quattro scritti intorno all'urgentissimo bisogno di aqua bevereccia per Venezia, Venezia, F. A. Perini, 1857. Collocazione: Misc. C 1306

    Sono qui pubblicati alcuni interventi del Levi, “medico pratico in Venezia” e prolifico studioso di materie mediche, prodotti tra il 1843 e il 1857 riguardo a uno dei problemi storici della città, quello dell'acqua potabile: urgenze igieniche, alimentari e pratiche impongono l'indifferibile costruzione di un acquedotto, essendo ormai un ricordo l'efficiente autosufficienza dei tempi della Serenissima. Solo nel 1866 si avvierà, ad opera di ditte italiane e francesi, un progetto concreto per la realizzazione della struttura, che sarà attiva dal 1884.

  • Memoria storico-critica degli instituti di beneficenza pubblica delle arti e commercio in Venezia, Venezia, Tipografia del Commercio, 1858. Collocazione: Misc. B 7266

    Già la Repubblica Veneta aveva istituito un registro ufficiale dei poveri, e nel 1808 i bisognosi ufficialmente censiti in città erano circa quarantamila, vale a dire un terzo della popolazione. Numerosi erano in città, alla metà del secolo, gli istituti laici e confessionali di accoglienza, di educazione, di soccorso economico e di avviamento al lavoro. Alcuni di essi, a volte con funzioni diverse dalle originali, sono a tutt'oggi attivi.

  • Il Comune di Venezia nel triennio 1860, 1861, 1862. Relazione del Podestà conte Pierluigi Bembo, Venezia, Naratovich, 1863. Collocazione: 127 D 87

    Il Bembo, tra gli amministratori più prestigiosi della città, ne tenne il governo per vari anni prima di essere nominato senatore del Regno. In questa relazione viene presentato il progetto del nuovo cimitero comunale e sono prese in esame la sistemazione del Fondaco dei Turchi e quella della raccolta Correr; accanto a ciò sono presenti nell'esposizione le questioni di ordinaria manutenzione e le difficoltà sorte per l'economia veneziana dopo la seconda Guerra d'indipendenza, con la conseguente separazione dalle province lombarde.
    Le tavole presentano il Progetto del nuovo cimitero comunale di Venezia.