Lascito Acquapendente

Note biografiche

Girolamo Fabrici, o Fabrizi, (nato con buona probabilità nel 1533 ad Acquapendente, presso il lago di Bolsena, e morto il 21 maggio del 1619 a Padova), fu medico e anatomista.
Studiò a Padova sotto la direzione di Gabriele Falloppia, di cui fu successore nella cattedra di anatomia a partire dal 1566 sino al 1613.

Frequentarono le sue lezioni l'inglese William Harvey, scopritore del sistema circolatorio, Caspar Bartholin, Giulio Casseri e tra i suoi pazienti si distinsero Galileo Galilei, di cui fu amico, e Paolo Sarpi, che curò dopo l'attentato.

Fu promotore e ideatore del progetto della costruzione del Teatro anatomico di Padova, inaugurato nel 1594, primo esempio nel mondo di teatro anatomico permanente. Verso la fine dell'insegnamento Fabrici iniziò a pubblicare i suoi studi, tra cui la prima opera di embriologia del Rinascimento, De formatu fetu, uscita nel 1600 dalla tipografia del padovano Pasquati.

Con l'ultimo testamento, datato 9 novembre 1615, Fabrici disponeva di lasciare alla Serenissima Signoria di Venezia tutte le sue “Pitture colorate d'anatomia, insieme con i libri già stampati, ove sono delle dette pitture da metter nella Libreria o altrove”:
Il lascito giunse realmente solo dopo il 1622, al termine delle controversie legali che seguirono la sua morte: non avendo avuto figli dalla moglie Violante Vidali, anche se si conosce l'esistenza di figli naturali, gran parte dell'eredità fu da lui devoluta alla pronipote Semidea, cui era molto legato, e che sposò il patrizio veneziano Daniele Dolfin, suo allievo.

Scomparsa prematuramente anche Semidea, tutto passò a un altro pronipote, Francesco Benci ma i Riformatori dello Studio di Padova, avvertiti del lascito, provvidero a recuperare le Pitture spettanti alla Libreria.

Le Tabulae anatomicae

Le Tabulae anatomicae giunsero nella Biblioteca di San Marco sotto forma di otto volumi legati in pergamena, contenenti 167 tavole (Rari 110-117), uniti a tre libri di bozze di stampa di sette sue opere che all'interno presentano 45 tavole dipinte e 56 incisioni che ripropongono i soggetti delle pitture (Rari 118-120).

Le tavole sono realizzate su carta e colori a olio, su direzione del Fabrici stesso; sono spesso evidenti i fori che servirono ad appenderle durante le lezioni d'anatomia, a beneficio degli allievi.
La realizzazione rinvia all'ambiente padovano ed è stato accostato il nome del pittore Dario Varotari. Tutta l'opera del Fabrici è stata oggetto dal 1994 al 1996 di un intervento di restauro, che ha ridonato elasticità alle carte e riparato ai danni presenti.

Assai pregevoli e di marcato intento pittorico sono le due tavole raffiguranti la figura umana intera, ritratta frontalmente e di dietro (Rari 114.1-2).

L'ultimo testamento del Fabrici si trova in Padova, Archivio Notarile, Liber 2.s, Instrumentorum Marci Franzini Notari, 1612 usque 1633, filza n. rosso 2969, c. 191r.-198v.

 

 Per saperne di più:

  • Il teatro dei corpi. Le pitture colorate d'anatomia di Girolamo Fabrici d'Acquapendente, a cura di Maurizio Rippa Bonati e José Pardo-Tomás, Milano, Mediamed, 2004, (catalogo della mostra tenuta a Venezia nel 2004-2005);
  • Francesca Zen Benetti, La libreria di Girolamo Fabrici d'Acquapendente, “Quaderni per la storia dell'Università di Padova”, 9-10 (1976-1977), pp. 161-171.