Note biografiche
Melchiorre Guilandino, o Melchior Wieland (nato tra il 1519 e il 1520 nella Prussia orientale, a Koenisberg e morto a Padova nel dicembre del 1589) fu botanico, medico, e grande viaggiatore.
Setacciò la Sicilia, la Turchia, il Medio Oriente e l’Egitto in cerca di erbe, con la protezione dell'ambasciatore veneziano a Costantinopoli Marino Cavalli, ma finì per essere catturato nel 1560 dai pirati; fu rilasciato solo grazie all'esborso di un cospicuo riscatto versato dall'amico Gabriele Falloppia, il celebre anatomista padovano.
Nel 1561 fu nominato prefetto dell'Orto botanico patavino, ottenendo in seguito anche la cattedra di ostensione e lettura dei semplici. La sua vita fu costellata da accese polemiche nei confronti del più anziano e famoso Pietro Andrea Mattioli; che coinvolsero anche Konrad Gessner, corrispondente di entrambi.
Il lascito alla Marciana
Il 22 dicembre del 1589 dettava il suo testamento in cui disponeva che tutti i suoi libri a stampa, di cui molti postillati, venissero consegnati alla Biblioteca di San Marco, a cui lo legava l'amicizia con l'allora bibliotecario, Benedetto Zorzi. Il lascito, custodito in 23 casse divise per argomento e con una ulteriore suddivisione per formato, pervenne il 10 gennaio del 1590.
Fu il primo lascito a incrementare la Biblioteca di San Marco dopo la sua apertura nella splendida sede del Sansovino.
Guilandino aveva stabilito anche di destinare una cospicua somma di denaro per la realizzazione di armadi e scaffalature atte a contenere i suoi volumi. Infatti per ospitare i suoi libri, la sala della biblioteca, arredata da plutei, fu integrata nel 1591 da sette armadi di noce e larice, posti nelle finestre che erano state chiuse con la ristrutturazione dello Scamozzi.
Armadi bassi furono inoltre inseriti sotto le tele dei filosofi.
Consistenza e composizione
L'inventario del 2 gennaio del 1590 redatto da Angiolo Saitta cancelliere del podestà di Padova, enumera 2115 voci per un numero di volumi ben superiore. Nella seconda cassa relativa alla sezione teologica viene infatti indicato, ad esempio, alla voce n.34 “Biblia n. 2”.
Alla Biblioteca di S. Marco andarono solo i libri a stampa, mentre i manoscritti vennero lasciati all'amico Benedetto Zorzi. Gli argomenti dimostrano i suoi interessi di stampo umanistico, oltre alle casse di teologia, seguivano quelle contenenti volumi di filosofia, grammatica, storia, “humanità”, medicina, botanica, matematica.
I volumi del Guilandino nel corso del tempo non vennero mantenuti insieme ma inseriti nella collezione marciana secondo la consueta suddivisione per materia.
Alcuni dei volumi più postillati vennero in seguito collocati nel deposito manoscritti e rari. Ad esempio, un esemplare dell'edizione di Plinio, Historiae mundi stampato in Basilea, uscito dall'Officina Frobeniana nel 1539 e collocato in Cod. Lat.VI, 254 (=3067) oppure quello di De plantis libri 16, di Andrea Cesalpino Aretini, impresso a Firenze dal Marescotti nel 1583, ora Raro 510.
Inventari e cataloghi
L'inventario è conservato presso l'Archivio di Stato di Venezia, Miscellanea di carte non appartenenti ad alcun archivio, b. 15, 2 gennaio 1590.
Per saperne di più
- G. E. Ferrari, Le opere a stampa del Guilandino. Per un paragrafo dell'editoria scientifica padovana del pieno Cinquecento, in Libri e stampatori in Padova. Padova, Tip. Del Seminario, 1959; pp. 377-463.