Nuova luce in biblioteca

Biblioteca Marciana newsletter

numero 3 - autunno 2000

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Nuova luce in biblioteca

C'è chi vi vede dei serpentelli, chi dei rami dell'albero della sapienza, chi apprezza la loro struttura estetica, chi rimpiange l'immagine del recente passato. Di che cosa si sta parlando? E' presto detto: del nuovo impianto di illuminazione della sala manoscritti. Il progetto ha realizzato in un primo tempo la trasformazione e il potenziamento delle luce d'ambiente, poi in secondo luogo si sono sgomberati i tavoli di studio dalle lampade a incandescenza, le cui basi occupavano molto spazio, e al loro posto sono state inserite delle fibre ottiche, schermate da ogni radiazione, in guaine mobili e, di conseguenza, avvicinabili allo spazio di lettura secondo le necessità del lettore.

Le finalità del progetto di rinnovo dell'illuminazione nelle sale, che ha coinvolto in parte anche la grande sale di lettura, miravano sia a una migliore conservazione, evitando i danni che la luce provoca sui materiali librari, sia a creare un maggiore agio ai lettori, sgombrando i tavoli di studio ottenendo più spazio e offrendo una luce mobile, seppure di intensità calibrata per i materiali più fragili (cfr. IFLA, Principles for the Care and Handling of Library Material, IFLA, 1998, pp.27-8).

Le pratiche di lettura in biblioteca si sono infatti trasformate e la maggioranza degli studiosi ha sostituito al blocco di appunti o alle schede il pc portatile con la conseguente necessità di una postazione di lettura più ampia rispetto al passato ove accogliere, oltre al pc, i testi di consultazione e il resto dei sussidi dello studio.

D'altra parte intervenire sulla qualità della luce era necessario: la luce è infatti la causa principale del degrado dei materiali librari e il danno da essa prodotto è di tipo cumulativo, dato che ogni giorno carta, pergamena, pelli ecc. assorbono sia le radiazioni ultraviolette, responsabili della fotoossidazione della carta, dell'indebolimento delle fibre, che i raggi infrarossi, causa dell'effetto termico, ed infine la luce visibile che accelera il degrado chimico. I danni, è ovvio, sono assai più gravi nel caso di materiali con pigmenti o inchiostri, in cui le radiazioni luminose possono agire alterando e indebolendo i colori, incidendo inoltre sui leganti, con il pericolo di distacco.

Le fibre ottiche, durevoli, di facile installazione e infrangibili, costituiscono una risposta ai problemi del degrado della luce, permettendo una schermatura pressoché totale delle componenti UV e IR (cfr. Francesco Bianchi - Giorgio Pulcini, Manuale di illuminotecnica, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1995)

T. P.