Luigi Ferrari e la Biblioteca Marciana tra il 1920 e il 1948

Nel 1920 divenne direttore della Marciana Luigi Ferrari (1878-1949), grande uomo di cultura e autore, tra l'altro, dell'Onomasticon, repertorio ancora oggi fondamentale degli autori italiani fioriti tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo, presente, anche in ristampe postume, in numerosissime biblioteche italiane e straniere, e consultabile in Biblioteca (collocazione: CONS. LETT.IT. 79.D).

Luigi Ferrari diresse la Biblioteca Marciana dal 1920 al 1948, anni di vari cambiamenti sia per la Biblioteca che per l'Italia, ai quali è stata dedicata la mostra Vita e libri della Biblioteca Marciana tra 1920 e 1948 durante la direzione di Luigi Ferrari, tenutasi dal 30 novembre 2013 al 9 febbraio 2014 presso la Libreria Sansoviniana che fu oggetto di molte cure proprio da parte di Ferrari.

Infatti il restauro della Libreria, sede storica della Biblioteca Marciana sino al 1811 e divenuta invece poi parte del Palazzo Reale di Venezia, voluto da Napoleone e poi passato agli Asburgo e ai Savoia, impegnò per tutti gli anni Venti numerose risorse. Solo nel 1929 la storica sede della Biblioteca fu riaperta al pubblico per celebrare la conclusione del Primo Congresso Mondiale della Biblioteche, tenutosi a Roma e a Venezia (si vedano gli atti in Primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia, Roma, Venezia, 15-30 giugno 1929, Roma, Libreria dello Stato, 1931-1933, collocazione: 261 C 115-120). In occasione di questo importantissimo evento, furono organizzate mostre librarie, come quella dedicata alle belle legature marciane (si veda il catalogo: Cento belle legature italiane esposte nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, catalogo a cura di Ester Pastorello, Roma, La Libreria dello Stato, 1929, collocazione: MISC. C 27532/ MISC. C 0001 6493).

Nel corso degli anni Venti si consumò il passaggio da un tipo di illustrazione libraria influenzata dal Liberty, o comunque da un gusto riccamente decorativo, a uno stile più sobrio e rigido, e nella mostra sono stati esposti alcuni libri che esemplificano tale mutazione del gusto. Per esempio il volume di Gino Damerini, Giuditta e Oloferne: la donna e gli eroi. Tragedia in 3 atti, Ferrara, A. Taddei & f.i, 1920 (collocazione: Misc. C 14418), oppure l'Albo d'oro dei marinai d'Italia morti nelle guerre d'indipendenza e coloniali: 1860-1918, Venezia, Stamperia del R. Istituto d'arte, 1929 (collocazione: 95.A.3), con le loro copertine completamente illustrate, si distinguono rispetto alla serie dei cataloghi della Biennale degli anni Trenta, in cui la decorazione si restringe a una parte limitata della copertina, ad esempio: XX. Biennale internazionale 1936, Venezia XIV. 3. ed.,Venezia, Premiate officine grafiche C. Ferrari, 1936 (collocazione: TURSI XII.5 H.58); oppure XXI. Biennale. Venezia 1938 XVI. 2. ed., Venezia, Premiate officine grafiche C. Ferrari, 1938 (collocazione: TURSI XII.5 H.105).

In questi cataloghi della Biennale compare anche il fascio, il simbolo della dittatura allora allo zenit, a testimonianza del mutamento non solo del gusto, ma anche del regime politico. Un altro interessante esempio della compenetrazione tra messaggio politico e gusto artistico è fornito dalla copertina del volume di Piero Sacchi, Il colpo di Stato del 13 marzo 1920 in Germania, Venezia, tip. Baroni, 1937 (collocazione: 104.a.122). La copertina, infatti, testimonia l'influenza estetica delle avanguardie storiche, mentre l'autore del volume, uno squadrista fiorentino, scriveva chiaramente a favore del progressivo avvicinamento tra la Germania nazista e l'Italia fascista.

Venezia durante il ventennio è stata oggetto di vari studi, per esempio quelli comparsi nella Storia di Venezia, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana. L'Ottocento e il Novecento, a cura di Mario Isnenghi e Stuart Woolf, (collocazione: CONS. VEN. 0021.H). Quest'argomento è stato studiato di recente anche in campo internazionale da Kate Feris, Everyday life in fascist Venice: 1929-40, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2012 (collocazione: LEO B 14523). Sul fascismo e la Marciana è uscito di recente lo studio di Stefano Trovato, Un bibliotecario sotto inchiesta per antifascismo a Venezia al tempo della guerra d’Etiopia, in «Nemla Italian Studies», 35 (2013), consultabile in linea pressohttp://nemla.org/publications/nis/archives/2013/NIS2013_Trovato.pdf
Ferrari fu infatti denunciato per antifascismo a Mussolini nel 1935 e prosciolto nel 1936 dopo un'inchiesta del Ministero degli Interni. Nonostante il pericolo corso, non esitò, nel 1938, a scrivere al Ministero per chiedere che gli impiegati ebrei della Marciana non fossero licenziati, intervenendo quindi ufficialmente e così esponendosi al rischio di essere nuovamente denunciato per antifascismo (passi delle lettere sono pubblicati nel Dizionario biografico dei soprintendenti bibliografici, Bologna, Bononia University Press, 2011, p. 285; collocazione: CONS. BIBL. 224.A.4).

La Biblioteca Marciana, come altre biblioteche italiane, fu coinvolta anche nelle tragiche vicende della seconda guerra mondiale, un tema trattato nel volume Le biblioteche e gli archivi durante la seconda guerra mondiale. Il caso italiano, a cura di Andrea Capaccioni, Andrea Paoli e Ruggero Ranieri, Bologna, Pendragon, 2007 (collocazione: 382/C/2083).
Terminata la guerra e la dittatura, il bisogno di ripartire da capo dopo aver fatto tabula rasa del passato si avverte anche nell'illustrazione libraria, che abbandona gli stili del passato. Questa ripartenza si avverte, per esempio, in un volume di John E. Esslemont, Bahá'u'lláh e la nuova era, tradotto dall'inglese dal dott. Ugo R. Giachery, Roma, s. n., 1947 (collocazione: 281.c.12). Dopo una prima traduzione italiana del 1929, nel 1947 fu stampata questa seconda traduzione italiana di un testo di propaganda della religione Baháí, inviato in dono alla Biblioteca Marciana. La spoglia copertina e l'elegante carattere tipografico neobodoniano anticipano le caratteristiche della collana "Biblioteca Universale Rizzoli", fondata due anni dopo nel 1949.
Il 1949 è l'anno della morte di Luigi Ferrari, in onore del quale fu successivamente pubblicata la ricca Miscellanea di scritti di bibliografia ed erudizione in memoria di Luigi Ferrari, Firenze : Leo S. Olschki, 1952 (collocazione: 268.C.46).

Il suo ricordo rimase ancora vivo nel tempo, come testimonia la pubblicazione postuma Luigi Ferrari, Sei lezioni sulla catalogazione del libro raro e dell'incunabolo, a cura di] Roberto Simari, L'Aquila, Deputazione abruzzese di storia patria, 1982 collocazione: Misc. C 29290). Roberto Simari (1920-1998), che era stato per poco tempo impiegato alla Marciana durante la Seconda guerra mondiale, e poi fu direttore della Biblioteca provinciale dell'Aquila, pubblicò questo testo inedito più di trent'anni dopo la morte dell'autore, a testimonianza dell'affetto e della stima da lui nutrita verso il suo antico direttore.

Stefano Trovato

Per saperne di più:
Luigi Ferrari, in Dizionario biografico dei soprintendenti bibliografici, Bologna, Bononia University Press, 2011, pp. 277-297; segnatura CONS. BIBL. 224.A .4)

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Stefano Trovato