Chisciotte

Biblioteca Marciana newsletter

numero 8 - autunno 2005

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"Chisciotte"

Riscritture e traduzioni sono le due espressioni della tradizione di un "classico" documentate dalla mostra (in occasione del IV centenario della pubblicazione della prima parte del Don Chisciotte di Cervantes) che si è inaugurata a Venezia il 18 novembre 2005: "Quixote/Chisciotte. 1605-2005". Edizioni rare e di pregio, traduzioni italiane e straniere conservate nelle biblioteche veneziane, presso le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana (Libreria Sansoviniana).

La proposta fa seguito al tanto ristretto quanto significativo saggio di edizioni presentate a Verona (I libri di Don Chisciotte, "Sedicesimi", 19, 2005, Biblioteca Civica di Verona) e alla grande esposizione di Madrid (El Quijote. Biografía de un libro 1605-2005, Madrid, Biblioteca Nacional, 2005). Tra minimum e maximum, come osserva Donatella Ferro, curatrice del catalogo (pubblicato da "Biblion" - Centro studi sul Libro Antico di Venezia): "La ricchezza dei fondi marciani è nota, ma è sempre sorprendente. Per quel che riguarda l'opera cervantina non può certo, e non deve, rivaleggiare con la collezione della Biblioteca Nacional di Madrid (circa 18.000 volumi oltre a un consistente numero di disegni, stampe e altro materiale anche audiovisivo), ma le presenze sono più che significative".

Il catalogo contiene saggi e approfondimenti di Anthony Close, di Donatella Pini, di Giampiero Bellingeri et alii sulla ricezione del Chisciotte, in un orizzonte in cui primizie bibliografiche (assenti a Madrid), edizioni illustrate importanti ed edizioni economiche, come quella albanese della traduzione di Fan Noli degli anni Trenta vanno poste sullo stesso piano di dignità.

Nella sezione dedicata alla prima traduzione italiana, i saggi di Piero Scapecchi e di Stefano Trovato illuminano rispettivamente la figura del primo traduttore italiano e le motivazioni culturali ed editoriali della stampa di Andrea Baba dell' "autocensurata" traduzione Franciosini del 1622-1625. Completano la mostra le edizioni ungherese, finlandese e turca (e per l'oriente, anche in hindi), indicando uno spostamento proficuo del punto di vista della ricerca dai centri editoriali europei alle aree più remote. L'iniziativa sembra quasi esprimere il duplice versante, bibliografico e letterario, dell'attività del coor-dinatore, Alessandro Scarsella, bibliotecario alla Marciana dall'83 e dal 2005 ricercatore a Ca' Foscari.

Damiano De Odemira

 

La mostra mette in rilievo i due momenti in cui Cervantes viene in contatto con dei Veneziani (non con Venezia, dato che non sembra esservi mai venuto).
Il primo è la grande battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Cervantes è imbarcato sulla nave Marquesa, appartenente alla squadra di Giannandrea Doria, ma collocata nell'ala dello schieramento cristiano comandata da un ammiraglio veneziano, Agostino Barbarigo, che cadrà in battaglia. Cervantes si batte con temerario coraggio, fianco a fianco con i Veneziani.

Il secondo incontro è in una circostanza anche più terribile: fatto prigioniero dai corsari barbareschi, viene venduto nel 1575 al governatore di Algeri, Hasan. Questi altri non è che il veneziano Andrea Celeste, di buona famiglia di cittadini originari, rapito in giovanissima età dal corsaro Dragut. Andrea, fattosi mussulmano, fa una grande carriera al servizio del Sultano.
Con Cervantes si mostra umano, e lo risparmia nonostante quattro tentativi di fuga; lo libererà nel 1580, avendo incassato il riscatto.

Marino Zorzi