Ricordo di Giorgio E. Ferrari

Biblioteca Marciana newsletter

numero 3 - autunno 2000

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Ricordo di Giorgio E. Ferrari

1919-1999
Direttore della Marciana dal 1969 al 1973

Amava ricordare, commentando con autoironia la propria apparente dispersività, di essere entrato nella professione bibliotecaria, giovanissimo e non ancora laureato, con la qualifica di "ordinatore in prova"; e certo un qualche rapporto necessario si pone tra la sua passione bibliografica e un'intima esigenza di porre ordine tra le sue conoscenze, già vastissime, che ogni giorno si ampliavano per nuove curiosità, nuovi stimoli.Ex-libris Biblioteca Marciana

Dall'assunto espresso nei lavori teoretici dei primi anni '50 sul ruolo della bibliografia come scienza ausiliaria per gli studi, contributi tra i più originali nella realtà italiana del tempo (L'ufficio della bibliografia di fronte ai requisiti degli studi moderni; La metodologia bibliografica, verso la definizione del suo svolgimento; La bibliografia documentatrice) discende il filone principale dei suoi scritti, che esemplificano al meglio il concetto di "bibliografia ragionata": ogni notizia, descritta con analisi estrema che sempre si rivela necessaria, è contestualizzata e spesso oggetto di un vero e proprio saggio; e i contenuti spaziano dall'arte alla storia, dalla biblioteconomia alla storia delle biblioteche, dalla storia dell'editoria alla descrizione e allo studio dei manoscritti, nel solco della tradizione dei grandi bibliotecari veneti cui tanto si sentiva legato, come appare dal suo articolo Bibliotecari veneti per le lettere venete nella parabola dell'Ottocento.
Allo stesso modo, l'impegno profuso con costante dedizione nelle recensioni, di interesse dapprima prevalentemente storico, poi letterario e bibliografico/bibliologico, produce strumenti piccoli ma affilati, per la conoscenza e per l'uso.

Uso dei libri, senza il quale non si può parlare di biblioteche ma, secondo una sua suggestiva espressione, di "bibliotafi"; uso delle informazioni, da partecipare più che generosamente agli studiosi, con i quali intratteneva ampi rapporti epistolari, e da trasmettere come viatico ai colleghi più giovani: la Marciana era per lui un "crocicchio", un luogo di incontro e di scambio, culturale e spirituale, la cui eco era destinata a durare nel tempo.
La bibliografia dei suoi scritti, in corso di redazione, supera già le centocinquanta unità; non si possono non ricordare qui almeno i contributi più corposi, dal Saggio di catalogo storico-descrittivo dalla pubblicistica veneziana del Sessantasei all'indagine su manoscritti concernenti Pola in biblioteche veneziane, dal catalogo La raccolta palladiana e collaterale di Guglielmo Cappelletti alle opere dedicate alla Marciana ed ai suoi bibliotecari: I criteri e le fonti per la storia della Biblioteca Nicena in Venezia nella Rinascenza, Profilo ed eredità bibliografica di Giuseppe Valentinelli, Arnaldo Segarizzi come bibliotecario e bibliografo, sino allo studio su L'editoria trevigiana sullo sfondo dell'età di Giorgione, in corso di pubblicazione nella "Miscellanea Marciana".

Ma di dimensioni ancora più vaste è la serie di appunti e di schede, raccolti nel corso della sua vita di studio e organizzati secondo uno schema ricco ed articolato che copre tutti i campi della cultura veneta, in continuazione della bibliografia veneziana di Cicogna e Soranzo, di Fulin e Segarizzi, rimasti inediti: un'eredità che tutti siamo invitati a raccogliere e a rendere pienamente efficace.

Stefania Rossi Minutelli