Biblioteca Marciana newsletter
numero 3 - autunno 2000
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Le civiltà del Libro e la stampa a Venezia
Testi sacri ebraici, cristiani, islamici dal Quattrocento al Settecento
La Biblioteca Marciana ha accolto con piena adesione la proposta di Sante Graciotti - realizzatore dell'Incontro Internazionale di Studi "Which God for Which Humanity? Religions question themselves" - di ospitare nelle proprie sale la mostra di libri sacri a stampa delle tre religioni abramitiche, ebraica, cristiana, islamica, editi a Venezia nei primi secoli della tipografia.
Le tre religioni argomento del convegno trovano infatti ciascuna in un libro, che racchiude la rilevazione divina, il loro fondamento. Nulla quindi di più appropriato, a suggello dell'Incontro, di una mostra avente ad oggetto quei libri da cui si attinge la parola della divinità. D'altro canto Venezia, sede dell'incontro, è stata per secoli il punto di convergenza di genti d'ogni stirpe, cultura e fede: il convegno si è posto quindi nel solco di un'antica tradizione di apertura culturale e religiosa.
Graduale (1500)
Rari Veneti 708, c1 r.
Proprio nel campo specifico della storia della stampa Venezia celebra al più alto grado la sua vocazione cosmopolita: nei primi decenni successivi all'introduzione della nuova arte nelle lagune (1469) Venezia fu il maggior centro di produzione di libri a stampa del mondo, e dai cento/centocinquanta torchi allora attivi contemporaneamente nella città uscivano non solo libri in latino e in italiano, ma anche in greco, ebraico, armeno, arabo, ceco, croato, serbo.
Una simile fioritura era dovuta alla presenza in Venezia di numerose e prospere comunità straniere, all'ampiezza dei canali commerciali di cui la città disponeva, ai rapporti commerciali e diplomatici che intratteneva con tutto il mondo mediterraneo e con i maggiori paesi europei; ma anche all'ampia libertà di cui gli stampatori godevano, riflesso della tolleranza e dell'apertura della società veneziana.
Oggetto principale di questa straordinaria produzione era il libro religioso: i testi sacri nelle varie lingue e quelli destinati al culto. Grazie a questo fiume di libri sacri che uscivano dalla città verso i più vari paesi, Venezia si affermò non solo come massimo centro librario, ma anche come la vera capitale culturale di alcune comunità nazionali: il mondo greco, il mondo adriatico, la diaspora armena. Venezia svolse per secoli questo compito, sino alla caduta della Repubblica, e anche oltre.
La mostra, tenutasi nelle sale della Libreria Sansoviniana dal 27 maggio al 29 luglio 2000 e curata da Simonetta Pelusi, ha offerto un'efficace immagine della straordinaria vitalità e ricchezza della stampa veneziana di argomento religioso, e quindi della stampa veneziana in assoluto, dato che i testi sacri e liturgici ne costituivano, come si è detto, la parte più rilevante.
Il visitatore vi ha potuto trovare libri nelle più varie lingue e caratteri e ha avuto l'occasione, difficilmente ripetibile, di vedere raccolte insieme opere di straordinaria rarità, o addirittura uniche.
Un unicum è il corano arabo di S. Michele in Isola; né sono note altre copie, oltre a quelle esposte, di alcune raccolte di preghiere in armeno; né si conosce altra copia completa del messale stampato nel 1494 da Johannes Hamman per la chiesa inglese di Salisbury, oggi conservato a S. Giorgio ed esposto nella mostra, o del breviario glagolitico stampato nel 1491 per le comunità cattoliche di lingua croata, conservato alla Marciana.
Altri pezzi sono gli unici esistenti in Italia, come le cinquecentine in cirillico o la bibbia utraquista in ceco, uscita a Venezia nel 1506. Sono conservate alla Marciana, ed esposte, quattro delle cinque bibbie rabbiniche uscite a stampa: edizioni monumentali, da quella del 1524-25 del Bomberg a quella del 1617-19, in quattro volumi ciascuna, che è raro trovare nella stessa raccolta.
I volumi esposti nella mostra provenivano dalle raccolte della Marciana e della Fondazione Cini, cui l'intelligenza del senatore Vittorio Cini assicurò parte della straordinaria collezione di incunabuli del principe di Essling; i conventi di S. Michele in Isola e di S. Francesco della Vigna, il monastero della Congregazione Mechitarista di S. Lazzaro degli Armeni, la Biblioteca Estense di Modena e due collezionisti privati hanno consentito, grazie ai prestiti concessi, di offrire un quadro più completo.
Marino Zorzi