Biblioteca Marciana newsletter
numero 4 - estate 2001
13
Gianfranco Contini:
filologia moderna ed ermeneutica della lettura
Il 24 e il 25 ottobre 2000, ricorrendo il decennale della scomparsa di Gianfranco Contini, il Dipartimento di Italianistica e Filologia Romanza dell'Università Ca' Foscari e la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia hanno organizzato due giornate di studi dedicate all'opera dell'insigne critico e filologo ossolano.
I vari aspetti di questa multiforme personalità, le peculiari modulazioni del suo metodo, l'inquieto ordirsi di una scrittura sempre in bilico tra acribia e investimento passionale sono stati ripercorsi, durante i lavori del Convegno, anche alla luce di un interrogativo di fondo, riguardante la possibile incidenza dell'atto critico nell'orizzonte del nuovo millennio.
G. B. Ferrari, De florum cultura libri IV, Romae, 1633, p. 419 Dopo la ricca prolusione di Pietro Gibellini, Stefano Agosti ha posto l'accento sul ruolo decisivo che l'auscultazione della materia testuale ha rivestito lungo tutto l'arco dell'attività di Contini, traducendosi in una cifra compositiva prodiga di suggestioni che sovente travalicano, pur senza tradirla, la specificità degli oggetti di studio.
La pregnanza del momento esegetico, la libertà controllata che esso comporta nell'anomala dialogicità che s'instaura tra il testo e il lettore, sono state al centro della relazione di Enza Biagini che ha dialettizzato la prassi interpretativa continiana rispetto alle esperienze a diverso titolo fondatrici di Schleiermacher, Spitzer e Freud.
A completare il quadro così delineato ha provveduto Gualberto Alvino (recente editore dei carteggi di Pizzuto con Margaret e G. Contini) approfondendo l'interazione e il reciproco alimentarsi della percezione estetica e del lavoro grammaticale, visti come momenti qualificanti del discorso sui testi antichi e contemporanei.
La prima giornata si è chiusa con le interessanti comunicazioni di Domenico De Martino, che ha parlato della progettata, preziosa concordanza degli scritti di Contini, e di Alessandro Scarsella che, rileggendo l'antologia Italia magica, si è soffermato sui criteri che guidarono le scelte e le talora sorprendenti esclusioni continiane offrendo altresì un'articolata panoramica del contesto storico-letterario dell'immediato secondo dopoguerra entro il quale quella operazione s'inseriva.
Il 25 ottobre, sotto la presidenza di Mario Eusebi, i lavori sono ripresi con l'attenta ricognizione dedicata all'opera filologica che mise capo ai Poeti del Duecento, in cui Luigi Milone ha accordato il dovuto rilievo ai criteri innovativi che la ispirarono. Successivamente, Paolo Leoncini ha tracciato un bilancio della fervida attività di contemporaneista e delle forme di militanza che costantemente affiancarono il magistero filologico continiano.
Utile in tal senso, ma anche ai fini di una più compiuta determinazione della poetica di lettura di Contini, è il contributo che si può ricavare dai molti segmenti dell'epistolario che via via si vengono pubblicando, ultimo in ordine di tempo il carteggio con Cecchi, curato dallo stesso Leoncini. Il Convegno veneziano si è concluso con una vivace tavola rotonda, dal titolo Presenza di Gianfranco Contini filologo, critico, scrittore, che ha visto la partecipazione di Gibellini, Crotti, Berardinelli, Carena e Suitner.
Pur nella divergente valutazione dei presupposti metodologici e delle risultanze conseguite, dal dibattito è emersa un'immagine dinamica ed esauriente della presenza culturale di Contini e soprattutto l'intatta attualità e la difficile, per molti versi inimitabile esemplarità della sua lezione umana e letteraria.
Segnaliamo infine che gli Atti del Convegno, integrati dalle relazioni degli studiosi impossibilitati a intervenire alle giornate veneziane (Ciociola, Perlini, Perugi e Stussi) e da alcuni altri contributi in seguito pervenuti agli organizzatori, saranno pubblicati entro il 2001 in un fascicolo monografico della rivista "Humanitas".
Filippo Secchier