In occasione delle manifestazioni cittadine per il Giorno della Memoria 2020, la Biblioteca Nazionale Marciana, con il patrocinio della Comunità Ebraica di Venezia, organizza giovedì 30 gennaio 2020 alle ore 17 nella sua sede monumentale (Libreria Sansoviniana, Piazzetta San Marco 13/a) la conferenza dal titolo: “Ci siamo dati un solo compito: sopravvivere” che tratterà il tema di come gli Ebrei stranieri in Italia internati riuscirono a salvarsi dopo l’otto settembre 1943, raggiungendo chi la Svizzera e chi (la maggior parte) il Sud Italia, particolarmente Roma, Napoli e Bari.
Saluto di Stefano Campagnolo, direttore della Biblioteca Nazionale Marciana e di un rappresentante della Comunità Ebraica di Venezia.
Relatori: Daniele Ceschin (storico), Maria Chiara Fabian, Antonio Spinelli (IVESER), Vittorio Zaglia (Academia dei Rinnovati di Asolo).
Dopo l’otto settembre 1943, nell’Italia della Repubblica Sociale Italiana, per gli Ebrei stranieri internati non si trattò più di “persecuzione dei diritti”, ma di vera e propria “persecuzione della vita”. In realtà, la maggior parte di loro riuscì ad evitare la deportazione, rifugiandosi nel Sud del Paese, man mano liberato dalle truppe alleate o chiedendo asilo in Svizzera. Pochissimi tornarono nei Paese d’origine, molti si trasferirono definitivamente, chi in Palestina (dove fu necessaria un’altra guerra per creare finalmente lo stato di Israele), chi negli Stati Uniti o nell’America del Sud. Molteplici furono le modalità di salvezza adottate, sia individualmente che con l’aiuto di varie istituzioni, quali la Chiesa cattolica o la DELASEM, ma fu soprattutto grazie alla loro ferrea volontà di sopravvivere che si salvarono. La conferenza vuole raccontare alcuni episodi significativi con protagonisti coloro che riuscirono a salvarsi fra i ben 1.240 Ebrei internati nel Veneto, soprattutto nelle provincie di Vicenza (oltre 600), Treviso (356) e Rovigo (150).