Venezia nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana
Testo del documento:
Molti e preziosi sono i fondi fotografici, custoditi nelle biblioteche pubbliche statali, i quali, grazie ad una continua opera di promozione e valorizzazione, sono sempre più conosciuti ed apprezzati sia dagli studiosi che dal grande pubblico, per il loro valore storico, culturale, artistico e documentario.
In questo catalogo della bella mostra organizzata, a quattro mani, dalla Biblioteca Marciana di Venezia e dalla Biblioteca Vallicelliana di Roma, due delle biblioteche monumentali d'Italia, è stata presentata una ricca serie di fotografie, eseguite dal 1860 circa al 1900, da Carlo Naya, il grande fotografo vedutista dell'Ottocento italiano e dal suo atelier, che s'affacciava su piazza San Marco e a Campo S. Maurizio.
La bellezza e l'originalità delle riprese di Naya sono ben conosciute dagli storici e dai critici della fotografia di tutto il mondo e diversi studi sono stati pubblicati su di lui, ed è in questa prospettiva che le fotografie all'albumina della Biblioteca Vallicelliana sono state portate ed esposte a Venezia nella Biblioteca Marciana.
Ma un capitolo, altrettanto importante, segna il ruolo che Carlo Naya ha avuto nella storia della fotografia, cioè quello di aver ottenuto, per primo in Italia, il riconoscimento, dopo un processo vittorioso, della "autorialità" delle sue fotografie, fondando così, riconosciuto da una sentenza, il diritto d'autore fotografico alla fine dell'Ottocento.
Questa Direzione, pertanto, non solo promuove ma partecipa a pieno titolo alla mostra e al catalogo, non solo per la competenza bibliografica che le è propria, ma anche in virtù dell'opera di difesa e promozione del diritto d'autore.
Infine piace sottolineare che in questo volume appaiono consistenti contribuiti di due neolaureate all'Università di Roma, Tor Vergata, cosa che definisce il ruolo degli studenti nella valorizzazione del grande patrimonio dei beni culturali e di quelli librari in particolare, nei quali la fotografia occupa sempre più uno spazio di assoluta importanza storica.
Venezia, fin dalla nascita della fotografia, è stata la città più fotografata del mondo: le vedute dei fotografi presero ben presto a gareggiare con guazzi e acquerelli, proponendo una cartolina-souvenir, che non aveva eguale, per chiarezza e precisione fisionomica.
La Biblioteca Nazionale Marciana, che della memoria veneziana è antica e attenta custode, non conserva soltanto manoscritti, volumi a stampa antichi e moderni, incunaboli, cinquecentine e carte geografiche di rara importanza culturale e storica: nei suoi depositi si trovano anche - oltre ad una vasta fototeca, che conta migliaia di riproduzioni della fine dell'Ottocento e del Novecento, e a molte antiche lastre in vetro - alcuni album fotografici costituiti principalmente da albumine incollate su carta e rilegate insieme, che riproducono paesaggi, vedute e personaggi italiani (come le 25 fotografie del castello di Miramare) e non (come le fotografie della Turchia, della Persia e di Malta).
Tra i fondi archivistici, che l'Istituto conserva, un posto particolare spetta al Fondo Mariutti Fortuny, generosamente donato nel 1971 alla Biblioteca da Angela Mariutti de Sánchez Rivero (che a sua volta l'aveva ricevuto in dono da Henriette, consorte di Mariano), archivio privato composto di lettere, minute, ritagli di giornali, schede, campioni di stoffe, disegni, stampe, brevetti e fotografie.
Questa documentazione di alta qualità è legata alla multiforme attività di Mariano Fortuny, che fu pittore, scenografo, allestitore di mostre, fotografo, decoratore di ambienti, creatore di tessuti eseguiti con procedimenti speciali e inventore di particolari e arditi procedimenti tecnici.
Un fondo a sé è costituito dalle 194 fotografie in bianco e nero, di tema veneziano, opera del fotografo Carlo Naya, conservate in 2 cassette di legno, depositato nel 1880 dal fotografo stesso alla Biblioteca. Le fotografie, che riguardano immagini di quadri antichi presenti in chiese e gallerie per la maggior parte di Venezia, sembrano più interpretazioni del fotografo che riproduzioni d'arte figurativa.
Per ogni immagine ci sono 2 stampe, delle quali una riporta oltre al nome del fotografo e il numero di catalogo originale del Naya, anche l'autore del dipinto con la data di nascita e morte, il titolo dell'opera e la provenienza.
È pertanto con grande favore che la Biblioteca Marciana ha accolto la proposta della Biblioteca Vallicelliana di Roma di ospitare nei locali della Libreria Sansoviniana una mostra di fotografie di tema veneziano del Naja, provenienti dall'Archivio Fotografico della Vallicelliana.
La mostra di indubitabile valore artistico e documentario ben si inserisce nello spirito di collaborazione e cooperazione che da sempre lega gli istituti afferenti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel nome della valorizzazione di uno dei più importanti e preziosi patrimoni culturali del mondo.
Si ringraziano vivamente il Direttore Generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d'autore e il Direttore della Biblioteca Vallicelliana di Roma, Maria Concetta Petrollo Pagliarani, per aver scelto Venezia quale sede di un evento tanto significativo, e il curatore Alberto Manodori Sagredo.
Si ringrazia infine il personale tutto della Biblioteca Marciana che ha sorretto l'iniziativa, e in particolare Annalisa Bruni che, con la collaborazione di Mariachiara Mazzariol, ha curato l'ufficio stampa, Mirella Canzian e Silvia Pugliese che hanno allestito la parte marciana della mostra.
Sono particolarmente lieta di presentare il catalogo, curato dal Prof. Alberto Manodori Sagredo, dell'esposizione Le fotografie veneziane di Carlo Naya allestita con materiale tratto dall'archivio fotografico della biblioteca Vallicelliana e catalogato dalla dott. Teresa Devito.
L'occasione è davvero importante giacché porta a compimento una delle missioni istituzionali della biblioteca pubblica: fornire agli studiosi gli strumenti per la ricerca e lo studio nelle specializzazioni intorno a cui si sono andati aggregando e stratificando nel tempo, nella mappa storico - geografica della memoria culturale italiana, i fondi bibliografici e documentari.
Lo studio, in questo caso, è avvenuto all'interno dell'importante archivio fotografico della biblioteca: un complesso di circa 12500 documenti, creati dai più noti fotografi del XIX e XX secolo, ritraenti una grande varietà di soggetti, di occasioni e di paesi, catalogati e consultabili anche in rete locale.
Da segnalare sono le foto stereoscopiche (più di 3.000) di famosi fotografi come Giorgio Sommer, Giulio Brogi, Giorgio Conrad, o di grandi ditte attive tra '800 e '900 come la Neue Photographische Gesellschaft di Berlino o la Underwood & Underwood di New York. Particolarmente significative sono le stereoscopiche su vetro appartenenti al Fondo Navone e alcune rare diaphanostereoscopie di soggetto ludico, grottesco o storico, colorate a mano sul verso.
All'interno di questa rassegna la sezione dedicata alla città di Venezia è piuttosto consistente, oltre 500 documenti; fra questi le fotografie firmate o attribuibili a Carlo Naya (1816 -1882) si impongono allo sguardo con l'ampio razionale respiro della loro prospettiva aerea - memorabili, per esempio, Il Molo della Chiesa della salute e il Panorama del Canal Grande - o per i più rari momenti di verismo romantico folkoristico, si vedano, fra gli altri, la Bissona Veneziana - L'egiziana, Il Canale di san Giuseppe e l'Isola delle Vignole vista dalla parte di Lido.
Ma lasciamo agli storici il compito di situare il nostro autore fra la fine del vedutismo settecentesco e i prodomi del verismo fotografico. A noi il compito di salvaguardare e tramandare la sua arte utilizzando anche gli strumenti della riproducibilità, in questo caso impliciti allo strumento adoperato, di cui il nostro catalogo vuole fornire un piccolo e ragionato contributo.