OGGETTO 13. Rotolo dipinto, carta, seta, legno, centimetri centotredici per quarantaquattro. Giappone, diciannovesimo secolo. Questo dipinto giapponese si chiama kakemono, letteralmente cosa da appendere. Esso è un rotolo di spessa carta, avvolto su un bastone di legno detto giku e chiuso da un laccio. Il kakemono si svolge in senso verticale e si distingue pertanto da un altro tipo di rotolo giapponese, l’emaki-mono, la cui pittura, invece, si sviluppa in senso orizzontale. La sua struttura è detta scina scitate (ordine cinese) ed è la più semplice fra tutte quelle dei kakemono. Un dipinto fatto su carta o seta viene incollato sulla base di spessa carta. Alle estremità superiore ed inferiore del dipinto vengono attaccati due bordi in seta broccata. Il tutto viene completato da una cornice formata da quattro pezzi di seta. Essa deve essere differente rispetto a quella della bordatura del dipinto e le giunture devono essere impercettibili. L’estremità superiore del kakemono è fissata su un piccolo bastoncino di legno dotato di spago, affinché possa essere appeso con un chiodo. Il kakemono viene appeso nel tokonoma, uno spazio della casa giapponese in cui si espongono opere particolarmente raffinate, in relazione a cerimonie e cambi di stagione. A differenza dei quadri occidentali che restano fissi, i rotoli giapponesi sono concepiti come dipinti mobili, e vengono esposti per brevi periodi.